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Climate action
Life on land
Vogliamo arrivare a 1 milione di olivi messi a dimora e coltivare il 100% dei nostri oliveti tramite un’agricoltura biologica o integrata. Così facendo, creeremo un nuovo polmone verde per il nostro Paese e assicureremo la sostenibilità delle nostre olivicolture, privilegiando tecniche agricole innovative a minor impatto ambientale.Il progetto è nato in Umbria, Regione d’origine di Monini, con un totale di oltre 402 mila olivi piantati nei terreni del Poggiolo e Poggiolaccio a Spoleto e nelle terre di Sismano. Nel tempo l’Azienda ha esteso i confini del proprio Bosco portando le competenze Monini nella produzione di olio extravergine di oliva in Toscana, con i terreni di Perolla a Grosseto, dove sta costruendo un frantoio per la trasformazione delle olive in loco che si aggiunge ad un oliveto in Puglia a Carpino già dotato di frantoio.Nel 2022, grazie alla piantumazione di 208 mila olivi a Perolla, Bosco Monini ha raggiunto oltre 687 mila piante su una superficie di 1.673 ettari, di cui 554 dedicati all’olivicoltura di 17 cultivar diverse.Nella selezione dei terreni, da sempre l’Azienda predilige aree non coltivate o in stato di abbandono, fornendo il proprio contributo alla tutela del patrimonio olivicolo e del paesaggio locale, ne sono un esempio gli 11 ettari del Poggiolo, i 320 ettari di Sismano e i 245 ettari di Perolla.Il recupero di queste aree ha permesso di donare una nuova vita a territori che da incolti e denutriti oggi ospitano sistemi produttivi biologici e rispettosi dell’ambiente naturale.Tutto questo ci permetterà di combattere la desertificazione del terreno e di contribuire all’assorbimento dell’anidride carbonica, sequestrandone all’atmosfera oltre 50.000 tonnellate, corrispondenti a 3.000 tonnellate ogni anno.
Ettari di olivi in Umbria e in Puglia
Olivi messi a dimora
Ettari di olivi in Umbria, Puglia e Toscana
Ettari di olivi in tutta Italia
I modelli produttivi degli ultimi 150 anni hanno portato a un aumento dei gas a effetto serra in atmosfera, provocando l’innalzamento della temperatura. A causa del cambiamento climatico, anche nella regione Mediterranea gli eventi meteorologici estremi sono sempre più frequenti, in un alternarsi di prolungati periodi di siccità e violente ondate di maltempo.
Il cambiamento climatico impatta sull’agricoltura in maniera diretta, modificando la morfologia del territorio e riducendo le risorse disponibili. Lo sviluppo di sistemi agricoli tecnologicamente avanzati diventa fondamentale per la protezione delle risorse ambientali superficiali e sotterranee. In Europa, circa l’80% del consumo di acqua dolce proviene da fiumi e acque sotterranee, che sono decisamente esposte alle minacce dell’inquinamento e dello sfruttamento eccessivo.
previsione 2040 se l’emissione dei gas serra continuerà ai ritmi attuali – IPCC, 2019
l’anno più caldo di sempre in Europa – C3S, 2020
l’Italia per biodiversità di flora, con oltre 8.000 specie autoctone – Società Botanica Italiana, 2018
l’acqua filtrata all’anno da un singolo albero, pari al consumo annuo di 6 persone – EEA, 2019
Ridurre gli impatti logistici e utilizzare materiali sostenibili anche nelle fasi relative al trasporto e all’imballaggio è un passo fondamentale nel percorso verso la sostenibilità.